Piccoli cittadini crescono… Consigli "di viaggio" per affrontare il mondo
Ada d’Alessandro - Docente e Formatrice
Per quanto riguarda l’educazione dei figli, penso che si debbano insegnar loro non le piccole virtù, ma le grandi. Non il risparmio, ma la generosità e l’indifferenza al denaro; non la prudenza, ma il coraggio e lo sprezzo del pericolo; non l’astuzia, ma la schiettezza e l’amore per la verità; non la diplomazia, ma l’amore al prossimo e l’abnegazione; non il desiderio del successo, ma il desiderio di essere e di sapere. Con queste parole la scrittrice Natalia Ginzburg esprimeva la propria idea di educazione e ogni genitore ne possiede una ma tutte sono accomunate da concetti e valori oggi racchiusi nelle parole “educazione civica”. Per molti insegnanti esse rimandano subito al nuovo insegnamento trasversale introdotto da settembre in tutti i gradi scolastici (L. 92 del 20 agosto 2019) con un orario annuale non inferiore alle 33 ore e una valutazione a sé stante, poiché questa disciplina, oltre a pervadere tutti i campi del sapere, costituisce davvero l’”ossatura” di ogni individuo della società democratica. Se prendiamo dunque “in prestito” i suoi tre nuclei tematici (educazione alla cittadinanza e Costituzione, sostenibilità, cittadinanza digitale) avremo una “mappa” per orientarci nel difficile compito di rendere i nostri bambini cittadini che sanno affrontare il mondo in modo sicuro, consapevole, positivo.
Sin da piccoli possiamo infatti insegnare loro concetti chiave su cui si fonda la nostra Costituzione, come il rispetto dei diritti e dei doveri. Un modo molto semplice è ad esempio spiegare al bambino che mettere in ordine le proprie cose o aiutare la mamma e il papà, sono piccoli compiti adatti alla sua età che rappresentano un contributo importante per la famiglia e per la società in cui vive. Al contrario invece il non adempiere ad un dovere significa causare il mancato godimento di un diritto per un’altra persona. Un esempio pratico è che fare tardi per andare a scuola costringe mamma o papà ad arrivare in ritardo, e quando questo accade, essi provano un disagio, uguale a quello che egli sente quando arriva in classe o in palestra, a lezione già iniziata. “Mettersi nei panni di” è infatti un “gioco” che possiamo fare con i nostri bambini affinché sviluppino il sentimento di empatia che è alla base di ogni rapporto interpersonale. Saper capire i bisogni ed i desideri di coloro con cui comunichiamo significa riuscire a mediare le nostre necessità con quelle degli altri, evitare il conflitto, costruire rapporti solidi e positivi (schede per creare empatia e umanità create per Amnesty International IMPLDGL_Insegnante_pdf.pdf (d21zrvtkxtd6ae.cloudfront.net).
Un ulteriore “esercizio di democrazia” è imparare ad ascoltare le persone ed aspettare che terminino di parlare per esprimere, in maniera pacata, la propria opinione. I bambini ogni giorno guardano immagini in tv in cui le persone urlano parole di odio o incontrano sul web i cosiddetti “troll” il cui unico scopo è cercare persone su Internet con cui litigare. È allora importante chiarire con loro che mentre un linguaggio calmo induce l’altro ad ascoltare e comprendere, parole piene di violenza non servono a nulla, in quanto non consentono di comprendersi. Per questo motivo possiamo spiegare ai nostri figli che anziché imitare le modalità a cui spesso assistono, possono scegliere di utilizzare un ascolto attivo ed un linguaggio non violento; se poi si è oggetto di attacchi occorre ignorare chi usa modalità espressive aggressive perché in questo modo si “spegne” la sua voglia di protagonismo e dunque i motivi per continuare a provocare. Oltre al modo di parlare, è importante come parlare; ossia la scelta del linguaggio. La psicolinguistica ha infatti dimostrato che esso influenza le opinioni, i comportamenti e l’architettura del pensiero.
Scegliere dunque di accompagnare lo sviluppo dei bambini con una “crescita” del linguaggio che utilizziamo con loro, sforzarci di arricchirlo, diviene importantissimo. Si può inoltre stimolare ed apprezzare il bambino che esprime e motiva in maniera semplice le sue piccole decisioni. Questo perché così coinvolto, egli acquisirà sempre maggiore sicurezza e senso di responsabilità fino a diventare un adulto consapevole che partecipa attivamente alle scelte democratiche della società.
Un altro principio cardine della Costituzione italiana è quello di solidarietà, che per un adulto, è per esempio legato al pagamento dei contributi fiscali in misura proporzionale alle proprie risorse. Questo concetto in un bambino può essere stimolato attraverso un comportamento attento verso gli oggetti usati in condivisione con compagni di classe o componenti del nucleo familiare; ciò consente di capire che l’azione del singolo permette a tanti individui di usufruire di alcuni beni/servizi e che il dovere non è un concetto prescrittivo poiché ci rende consapevoli del valore delle nostre azioni rispetto alla comunità.
La nostra Costituzione è inoltre fondata su principi di uguaglianza e rispetto delle differenze. Se in famiglia l’uguaglianza fra generi È solo un giocattolo; eppure, può cambiare il mondo dei nostri bambini (quercettistore.com) e le differenze di ognuno vengono vissute come valori positivi, i nostri figli avranno anch’essi uno sguardo curioso ed attento verso il mondo, uno sguardo non giudicante che osserva gli altri per conoscere e comprendere. Per questo motivo è importante, quando vengono espressi pareri negativi verso un compagno di giochi o un conoscente, cercare insieme quali siano i suoi pregi in modo da valorizzarli per imparare ad apprezzare ciò che ognuno di noi può offrire e ciò di cui ha bisogno.
Altro piccolo esercizio di democrazia è l’ascolto. Ascoltare con attenzione è uno strumento di conoscenza che insegna l’empatia verso il prossimo e consente di superare i confini del proprio io e della propria sfera di appartenenza per costruire una società inclusiva. La socialità ha infatti una base istintuale ma è anche frutto di apprendimento e molti possono essere gli stimoli da offrire (cartoni, libri, film etc.) tuttavia occorre ricordare che i bambini apprendono maggiormente dall’esempio che diamo loro poiché sono portati ad emulare i comportamenti degli adulti.
Ed arriviamo al secondo nucleo fondante della nuova disciplina di insegnamento: l’educazione alla sostenibilità. Educare i nostri figli verso scelte sostenibili è un impegno improrogabile poiché legato ad un’emergenza mondiale. Molte sono le azioni che si possono adottare: fare la raccolta differenziata, condurre uno stile di vita volto a ridurre consumi inutili https://www.quercettistore.com/it/blogs/blog/educare-alla-sostenibilita-come-creare-un-futuro-migliore-per-i-nostri-bambini e sprechi alimentari Vademecum spreco alimentare_V3.indd (regione.lombardia.it).
Un altro aspetto a cui spesso non pensiamo come un valore da trasmettere è quello di educare i nostri figli a cercare la bellezza, incontrarla, comunicarla. Cosa significa? Insegnare loro a guardarsi intorno, a staccare gli occhi dal cellulare e osservare il paesaggio che li circonda. Bastano piccoli gesti come camminare a piedi nella nostra città, passeggiare in un museo, in un bosco o in riva al mare, invitando i bambini ad ascoltare i suoni della natura che consentono di esplorare mondi nuovi e costruire “luoghi del cuore”. I beni culturali del territorio costituiscono l’essenza del nostro patrimonio identitario, conoscerli vuol dire conoscere noi stessi, la nostra storia ma per farlo dobbiamo creare un momento tutto nostro, una pausa in cui si è liberi di curiosare e giocare, senza obblighi, senza fretta. Doneremo loro un’esperienza unica, un ricordo che da adulti li porterà a cercare ancora ciò che li circonda per trarre da questo meraviglioso “serbatoio di bellezza”, l’energia necessaria per vivere, creare, superare momenti di difficoltà.
Ultimo tema di scottante attualità è infine l’educazione alla cittadinanza digitale. La pervasività delle nuove tecnologie ha consentito di avere accesso a molte risorse, nonché di superare, attraverso la DAD, l’emergenza scolastica legata al Coronavirus ma ha aperto scenari complessi che necessitano di rispetto della persona e della privacy. Come aiutare i nostri bambini a navigare nel mondo digitale in sicurezza? Sicuramente non lasciandoli soli di fronte a questi strumenti, spiegando loro i principali pericoli S.O.S. Genitori: come affrontare le emergenze con le nuove tecnologie (quercettistore.com) ma soprattutto educandoli ad esercitare il pensiero critico, che consentirà loro di essere cittadini digitali consapevoli e responsabili.
Il mestiere di genitori non è semplice in una società in cui il non rispetto delle regole, la violenza, la mancanza di empatia sembrano prevalere, scegliere dunque di educare i bambini secondo i principi dell’educazione civica diviene una decisione coraggiosa che spesso sembra non premiare. Ma allora perché farlo? Molti se lo saranno chiesti ed ognuno avrà dato una risposta diversa, Natalia Ginzburg, ad esempio, scriveva: Perché è meglio che i nostri figli sappiano fin dall’infanzia che il bene non riceve ricompensa e il male non riceve castigo: e tuttavia bisogna amare il bene e odiare il male e a questo non è possibile dare nessuna logica spiegazione.
Del resto, secondo nessuna logica spiegazione, qualche giorno fa, la senatrice Liliana Segre, ha messo a rischio la propria fragile salute per andare a votare, dandoci così un esempio tangibile di cosa significhi vivere i valori della cittadinanza attiva e della Costituzione.