Un chiodino fisso

Articolo di Claudia Luise, La Stampa

[...] Quercetti, la più antica azienda italiana di giocattoli in attività. La prima cosa che viene in mente quando si parla di Quercetti sono i chiodini, che hanno cresciuto intere generazioni di bambini a partire dal 1950, l’antesignano dei giochi educativi italiani che continua ad essere il prodotto di punta dell’azienda torinese che conta oltre sessanta dipendenti[...].

A portare avanti la storia di famiglia oggi ci sono Alberto e Stefano Quercetti. «Quelli della pandemia sono stati anni difficili - spiega Stefano Quercetti - abbiamo perso una percentuale alta del fatturato e ora ci stiamo attrezzando per recuperare. Una importante novità è che ci apriamo al mercato indiano. L’India è un Paese complesso, un mercato grande ma con forti differenze e soprattutto con dazi alti che finora ci avevano scoraggiato. Adesso abbiamo trovato un partner locale per la produzione e possiamo iniziare già da questo mese. Per noi sarà una grande opportunità, dopo la Cina. Intanto oltre il 60% del nostro fatturato è realizzato all’estero. Inoltre abbiamo scelto di semplificare la linea di vendita saltando un passaggio e puntando su una distribuzione diretta».

I tempi cambiano e i giocattoli si adattano alle nuove sensibilità. I nuovi trend riguardano in particolare i giocattoli Stem (che facilitano l’apprendimento nelle quattro aree che compongono l’acronimo: Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) ma soprattutto sempre più prodotti dedicati ai più piccoli che non abbiano una netta connotazione di genere, oltre alla ricerca di materiali ecocompatibili che possano affiancare la plastica «anche se al momento non è del tutto sostituibile». 

«Già oltre 40 anni fa, come colore caratteristico per le confezioni di molti giochi, avevo scelto il giallo che esula dalla coppia solita del rosa per le bambine e dell’azzurro per i maschietti», racconta Alberto Quercetti. 

«Ci siamo sempre connotati per la nostra equidistanza dal genere. Il nostro assortimento, per oltre il 90% è unisex. Quindi abbandonare i colori classici che oggi sono visti sempre di più come stereotipi è stata una necessità che abbiamo avuto molto prima di altre aziende» [...].