Quando viziamo i bambini?

Dott.ssa Erica Sardo, Pedagogista con pluriennale esperienza nella scuola dell'infanzia e in materia di disabilità.

Ogni genitore si è sentito dire almeno una volta nella vita che stava viziando il proprio bambino.

Se lo tieni in braccio si abitua” oppure “lascialo piangere che si fa i polmoni” oppure ancora “si deve abituare alle regole”.

Sicuramente ogni genitore vorrebbe il meglio per il proprio bambino. Ogni azione compiuta e ogni scelta fatta sono dovute a decisioni mosse dall’amore per il proprio figlio.

Però, ci sono varie situazioni in cui, pur pensando di fare il meglio per i bambini, le nostre azioni potrebbero non favorire il giusto equilibrio di sviluppo.

Qual è il giusto equilibrio?

A tutti piace fare e ricevere coccole ma se queste diventano la principale fonte di relazione giornaliera si rischia di limitare le modalità di condivisione. Per coltivare un buon rapporto si può certamente avere contatto ma si può anche condividere un gioco insieme. Un genitore può, ad esempio, coinvolgere il bambino nelle faccende di casa come stendere o cucinare.

Il rapporto si alimenta e si costruisce condividendo momenti che possono dare anche benefici per l’autonomia futura del bambino. Diversamente, se un genitore è toppo rigido e autoritario, senza dare spazio all’espressività, potrebbero esserci conseguenze emotive negative.

La giusta via dimezzo tra regole, contatto, attenzione, autonomia, relazione darà sicuramente le basi solide su cui costruire il futuro dei nostri bambini.

Qualche dritta per seminare bene:

- regole chiare, semplici e condivise. Ci sono regole che non si possono cambiare. Ad esempio, utilizzare la cintura in macchina o uscire di casa indossando vestiti. I bambini possono essere arrabbiati o dispiaciuti ma è necessario che il genitore, consapevole del bene per figlio, accolga il sentimento con comprensione, comunicando, in modo empatico e fermo, l’importanza di seguire la regola data.

- motivare le scelte dei sì e dei no rende consapevoli. Se il bambino inizia a comprendere bene ciò che succede intorno a lui, è necessario spiegare con parole semplici la motivazione, anche se va contro alla sua volontà. Pian piano sarà lui a saper valutare le varie situazioni in modo corretto.

- accontentare tutte le richieste non vuol dire amare di più. La vita spesso ci mette davanti a gioie ma anche a sconfitte. Cerchiamo di preparare i nostri bambini a capire che non sempre può andare come ci eravamo immaginati. Avevamo programmato una bellissima gita ma piove. Siamo tutti dispiaciuti ma possiamo, insieme, decidere di fare qualcosa che ci renda comunque felici e… riprogrammare la gita!

- desiderare e coltivare la gioia dell’attesa. I bambini vivono nel presente, faticano, soprattutto se ancora piccoli, a comprendere la scansione temporale. E’ comprensibile la loro vivacità nel volere qualcosa. L’attesa e il desiderio per un oggetto sono sentimenti che alimentano la felicità e il pensiero positivo.

Cari genitori,

Facciamoci portavoce di una educazione che guardi al futuro in un’ottica di fiducia e di autonomia per i nostri bambini. Lasciamoci pervadere dall’entusiasmo dei nostri figli e stupiamoci dei loro traguardi. Alimentiamo la nostra pazienza, che si sa, non basta mai. Abbiamo una grande responsabilità nel nostro cuore e nelle nostre mani.

“I genitori devono essere affidabili, non perfetti. I figli devono essere felici, non farci felici.”

(Madre Teresa di Calcutta)